Le statue in mostra sono certamente il frutto più visibile delle ricerche della Soprintendenza archeologica nel sito di Lucus Angitiae, ed è in questa occasione che si manifesta con molta evidenza l’importanza del luogo antico.
Lucus Angitiae, l’antico santuario federale dei Marsi, sulla riva meridionale del Lago Fucino, è noto dalla letteratura antica come bosco sacro alla dea maga, sorella di Medea, progenitrice della stirpe dei Marsi, famosi come incantatori di serpenti , conoscitori di erbe e veleni, indovini.
Secondo la testimonianza degli autori antichi, Angizia , figlia di Eeta, occupati i luoghi vicino al Fucino, riuscì a sconfiggere le malattie con la sua arte medica e fu considerata una dea perché conosceva le erbe e maneggiava i veleni: grazie alle sue capacità, era in grado di trarre la luna giù dal cielo, trattenere i fiumi, incantare i serpenti e spogliare i monti dalle selve.
Un momento magico, quindi, questa mostra, che rivive a Luco dei Marsi, dove le divinità che in antico hanno abitato i neri boschi e l’inquietante lago fanno sentire ancora una volta il loro respiro.
Un incontro che occorre ascoltare, attraverso un video suggestivo, nella penombra della sala che ospita i simulacri in terracotta e marmo, ancora pregni delle voci di quanti, uomini al cospetto di un dio, ad essi si sono rivolti nei tempi andati.